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Cuore selvaggio

(1990) R: David Lynch A: Nicolas Cage, Laura Dern, Willem Dafoe, J.E. Freeman. Da un romanzo: Cage, galeotto in libertà vigilata, fugge con la fidanzata Dern che ama alla follia. Favola nera surreale e stramba, con delle performance piene di ardore. Palma d’oro a Cannes 1990.

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Inland Empire – L’impero della mente

(2006) R: David Lynch A: Karolina Gruszka, Krzysztof Majchrzak, Grace Zabriskie, Laura Dern. Che dire di questo film a dir poco paradossale su un’attrice (Dern) scelta per diventare la protagonista di un nuovo film, la quale si ritrova fagocitata in una situazione assurda? Lo spettatore occasionale lo troverà senz’altro eccessivamente tortuoso e ripugnante, ma tentar non nuoce. Naomi Watts alla voce narrante originale.

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Velluto blu

(1986) R: David Lynch A: Isabella Rossellini, Kyle MacLachlan, Dennis Hopper, Laura Dern. La trama è incentrata sulla macabra scoperta fatta da un giovane di un orecchio umano in un prato. Thriller psicagogico e depravato, è il tipico film che o lo ami o lo odi.

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Una storia vera

(1999) R: David Lynch A: Richard Farnsworth, Sissy Spacek, Jane Galloway Heitz, Joseph A. Carpenter. Da una storia vera appunto, ultra settantenne si fa 500 chilometri su un tagliaerba per andare a trovare il fratello malato. Grande storia infilata in un piccolo film, che come un tagliaerba viaggia a passo lento ma sapendo ben portare fendenti emotivi a destra e a manca. Il più “normale” fra i film di Lynch.

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Strade perdute

(1997) R: David Lynch A: Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, John Roselius, Louis Eppolito. La trama principale si snoda attorno a un sassofonista jazz accusato dell’omicidio della moglie. Il resto… boh! Arzigogolato esercizio di stile, risulterà incomprensibile ai più. Da vedere se non altro per il piacere (masochistico) di provare a capirci qualcosa.

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Mulholland Drive

(2001) R: David Lynch A: Naomi Watts, Laura Harring, Justin Theroux. Giovane attrice arriva a Hollywood e cerca di risolvere il mistero di una donna che ha perso la memoria. Onirico al limite della comprensibilità, com’è il consueto stile lynchiano, ma affascinante, merito anche di una Watts eccezionale. E’ un film NON per tutti i gusti.

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Eraserhead – La mente che cancella

(1977) R: David Lynch A: Jack Nance, Charlotte Stewart, Laurel Near. Uno squinternato e la sua ragazza epilettica concepiscono un mostro. Allucinatorio e ripugnante, ricco di squisitezze stilistiche, scatena un profondo inesorabile senso di angoscia. Capolavoro o cagata pazzesca? Decidete voi.

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The Elephant Man

(1980) R: David Lynch A: Anthony Hopkins, John Hurt, Anne Bancroft. Vita di Joseph Merrick, uomo spaventosamente deforme che visse in Inghilterra fine ‘800. In un’atmosfera vittoriana, Lynch contro ogni superficialismo ridona teneramente dignità e calore all’essere umano.