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Conan il barbaro

(1982) R: John Milius A: Arnold Schwarzenegger, James Earl Jones, Max von Sydow, Sandahl Bergman. Il membruto Schwarzy è un orfano che vuole fare la pelle a chi gli ha massacrato la famiglia. Classico anni 80 mastodontico e avvincente, ha ancora l’effetto di tenere inchiodati alla sedia. Ispirato all’omonimo personaggio fantasy.

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Shutter Island

(2010) R: Martin Scorsese A:  Leonardo DiCaprio, Emily Mortimer, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Max von Sydow. Il federale DiCaprio e il suo collega Ruffalo sono chiamati ad indagare sulla scomparsa della paziente di un ospedale psichiatrico situato su un’isola. Ben nutrito di cast e molto bene realizzato, è un noir psicologico fosco e inquieto. Tratto dal romanzo L’isola della paura di Dennis Lehane.

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Al di là dei sogni

(1998) R: Vincent Ward A: Robin Williams, Cuba Gooding Jr., Annabella Sciorra, Max von Sydow. Williams viene ucciso in un incidente e finisce in paradiso, quando sa che sua moglie è morta di crepacuore inizia un viaggio fantastico per ricongiungersi con lei. La trama è quella che è, ma cosa importa, l’apparato visivo è fantasmagorico e la performance di R. Williams di quelle che ti ricordi anche dopo anni.

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I tre giorni del Condor

(1975) R: Sydney Pollack A: Robert Redford, Faye Dunaway, Cliff Robertson, Max von Sydow. Redford dipendente dei servizi segreti scampato a un massacro scopre che dietro c’è un complotto della CIA. Trepidante spy-story con un’ appuntita critica politica. Fra i migliori film di spionaggio tuttora in circolazione.

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L’esorcista

(1973) R: William Friedkin A: Ellen Burstyn, Max von Sydow, Linda Blair. Mamma chiede aiuto a due sacerdoti per salvare la figlia dal demonio. Tratto da un romanzo, l’ horror per antonomasia dagli strani idiomi e contorsionismi terrificanti. Guardare con la luce accesa!

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Il settimo sigillo

TOP (1957) R: Ingmar Bergman A: Max von Sydow, Gunnar Bjornstrand, Bengt Ekerot. Cavaliere di ritorno dalla battaglia gioca a scacchi con la Morte. Capolavoro tragico e suggestivo, a tratti ironico, è la mise en scène dell’inquietudine umana fra reale e astratto. La morte non si potrà vincere ma prendere un po’ per i fondelli sì.