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I bambini ci guardano

(1944) R: Vittorio De Sica A: Emilio Cigoli, Luciano De Ambrosis, Isa Pola, Adriano Rimoldi. Fra i film più notabili della cinematografia italiana c’è questo dramma teneramente spietato su un fanciullo sballottato di qua e di là dai suoi genitori in crisi. In veste di attore il noto doppiatore Emilio Cigoli. Tratto dal romanzo Pricò di Cesare Giulio Viola.

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Miracolo a Milano

(1951) R: Vittorio De Sica A: Emma Gramatica, Francesco Golisano, Paolo Stoppa, Guglielmo Barnabò. Dal romanzo Totò il buono di Zavattini, storia di un neonato trovato sotto un cavolo da una dolce vecchietta, la quale lo cresce come fosse figlio suo. Alla morte dell’anziana il fanciullo è costretto a passare da un orfanotrofio all’altro fino a diventare un barbone. Commedia favolesca toccante e pungente, vinse il miglior film a Cannes.

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Il conte Max

(1957) R: Giorgio Bianchi A: Alberto Sordi, Vittorio De Sica, Anne Vernon, Susana Canales. Il giovane popolano Sordi sogna di entrare a far parte dell’aristocrazia romana, chiede per questo aiuto al nobile decaduto De Sica. Alberto Sordi è davvero insuperabile in questo rifacimento goloso di un film di Mario Camerini del 1937.

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Il giardino dei Finzi Contini

(1970) R: Vittorio De Sica A: Dominique Sanda, Lino Capolicchio, Helmut Berger, Fabio Testi. Storia di un’aristocratica famiglia ebrea sullo sfondo della Seconda guerra mondiale. Vinse l’Oscar come miglior film straniero questo importante pezzo di cinema italiano, tragico e sensazionalmente commovente. Basato sul romanzo omonimo di Giorgio Bassani.

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Sciuscià

(1946) R: Vittorio De Sica A: Rinaldo Smordoni, Franco Interlenghi, Annielo Mele. Due giovani sciuscià (lustrascarpe in napoletano) per trovare i soldi per comprarsi un cavallo finiscono al riformatorio. Fondamentale documento del cinema neorealista, è un dramma lacerante e coinvolgente in egual misura. Fu la prima pellicola della storia ad ottenere l’Oscar come migliore film straniero.

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Ieri, oggi, domani

(1963) R: Vittorio De Sica A: Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Giuffrè, Agostino Salvietti. La Loren mai stata più sexy, moltiplica per 3 il suo fascino in altrettanti episodi tutti al femminile, accompagnata dalla ammirevole figura di Mastroianni. E’ una gemma del cinema italiano e mondiale che vinse l’ Oscar, spassosa commedia che fa godere alla prima visione come alla decima. Lo spogliarello di Sophia Loren può dirsi entrato a buon diritto nella memoria collettiva.

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Matrimonio all’italiana

(1964) R: Vittorio De Sica A: Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Aldo Puglisi, Tecla Scarano. L’ex prostituta Loren cerca in tutti i modi di farsi sposare dal ricco Mastroianni. Amabile trasposizione della commedia teatrale Filumena Marturano di Eduardo De Filippo, nutrita da due interpreti estremamente seducenti. 4 David di Donatello per miglior regista, produttore, attrice e attore protagonisti, e nomina agli Oscar per Sophia Loren.

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Umberto D.

(1952) R: Vittorio De Sica A: Carlo Battisti, Maria Pia Casilio, Lina Gennari, Ileana Simova. Funzionario dello Stato in pensione è costretto a vivere per strada con il solo conforto del suo cagnolino. Dramma doloroso che offre un senso di percezione quasi imbarazzante della realtà, finendo così per costituire un’ottima garanzia per la commozione. Apprezzato (forse proprio per la sua estrema veridicità) più dalla critica che dal pubblico, è considerato fra i capolavori del Neorealismo.

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Pane, amore e fantasia

(1953) R: Luigi Comencini A: Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida , Marisa Merlini. Primo capitolo della tetralogia PANE, AMORE, E… , racconta di un maresciallo dei carabinieri trasferito in un paesino dell’Italia centrale che e’ attratto da ”la Bersagliera”, una bella ragazza del posto segretamente innamorata di un altro militare. Comencini va oltre la seriosità neorealista con garbo e scioltezza. La Lollo e’ luce per gli occhi.

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Ladri di biciclette

TOP (1948) R: Vittorio De Sica A: Lamberto Maggiorani, Enzo Staiola, Lianella Carell. Racconto commosso dell’epopea di un padre e un figlio in giro per Roma alla ricerca della bici rubata. Totem del neorealismo italiano, di un bianco e nero solenne, è una pellicola utile alla memoria collettiva. Premi a più non posso, compreso un Oscar onorario come miglior film straniero.