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L’amico americano

(1977) R: Wim Wenders A: Dennis Hopper, Bruno Ganz, Lisa Kreuzer, Gérard Blain. Corniciaio morente si fa convincere da un losco individuo a diventare assassino. Giallo introverso, qua e là inintelligibile ma di un certo fascino. Da Ripley’s Game di Patricia Highsmith.

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La casa di Jack

(2018) R: Lars von Trier A: Matt Dillon, Bruno Ganz, Uma Thurman, Siobhan Fallon Hogan. Trier non ce la fa proprio a scrivere film facili, e non si smentisce nemmeno nel caso di questo tanto repellente quanto affascinante thriller con tonalità orroristiche su uno squinternato assassino periodico (un Matt Dillon come non lo avete mai visto) che racconta i suoi ammazzamenti meticolosamente organizzati. Una bella prova di coraggio per lo spettatore ma che alla fine potrebbe perfino pagare.

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The Party

(2017) R: Sally Potter A: Timothy Spall, Kristin Scott Thomas, Patricia Clarkson, Bruno Ganz, Cillian Murphy. Pellicola brillante e corrosiva su una neo eletta ministro che per l’occasione organizza una festa a casa sua, durante la quale emergeranno delle sconcertanti verità. I primi 20 minuti tediano, poi prende il volo.

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The Reader – A voce alta

(2008) R: Stephen Daldry A: Kate Winslet, Ralph Fiennes, Bruno Ganz, Jeanette Hain. Nella Germania del dopoguerra un quindicenne viene condotto da una donna adulta in una torbida relazione che lo segnerà per sempre. La maggior parte del fascino di questo dramma tratto da un romanzo risiede nella interpretazione sbalorditiva della Winslet. Oscar a lei, dovuto.

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Luther – Genio, ribelle, liberatore

(2003) R: Eric Till A: Joseph Fiennes, Bruno Ganz, Peter Ustinov, Alfred Molina. Vita di Martin Lutero, noto riformatore protestante. Interessante ricostruzione storica, ben realizzata e filologicamente accurata su uno dei protagonisti assoluti degli eventi del Cristianesimo.

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Pane e tulipani

(2000) R: Silvio Soldini A: Licia Maglietta, Bruno Ganz, Giuseppe Battiston, Antonio Catania. Casalinga pescarese (moglie e madre di due adolescenti) viene dimenticata all’autogrill, ne approfitta per improvvisare una fuga a Venezia. Favoletta delicata, senza troppi sussulti ma raccontata con brio. Una sequela di riconoscimenti, fra cui addirittura 9 David di Donatello.

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Nosferatu, principe della notte

(1979) R: Werner Herzog A: Klaus Kinski, Isabelle Adjani, Bruno Ganz, Roland Topor. Affascinante rifacimento del film del 1922 sul conte Dracula. Funziona tutto, l’atmosfera che penetra, i costumi evocativi, le tetre scenografie. E la performance di Kinski ? Sembra nato per fare il vampiro! A Murnau con i più sentiti omaggi.

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La caduta – Gli ultimi giorni di Hitler

(2004) R: Oliver Hirschbiegel A: Bruno Ganz, Alexandra Maria Lara, Ulrich Matthes. Poderoso racconto degli ultimi giorni di Hitler nel suo bunker di Berlino. Lungo, pastoso, costantemente coinvolgente, sottrae retorica al nazismo preservandone le sfumature. Ganz è incommensurabile.

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Il cielo sopra Berlino

TOP (1987) R: Wim Wenders A: Bruno Ganz, Solveig Dommartin, Otto Sander. Ambientato alla fine della seconda guerra mondiale, il film parla di due angeli intenti ad ascoltare i pensieri dei vivi per le strade di Berlino. Affascinante, ricco di lirismo e di una malinconia sana, è parzialmente ispirato dalle poesie di Rainer Maria Rilke. Un imperativo cinematografico.